Ho scoperto la fotografia e lo sguardo di Misha Maslennikov durante il festival di fotografia etica a Lodi, quest’anno. Era stato esposto il lavoro “The Don Steppe”, riassunto in sole 14 immagini. L’occhio di Misha vede ciò che non si può dire, e rende visibili quegli elementi originari da cui l’uomo stesso deriva: lo spazio, l’infinito, il bianco, l’ombra. Grazie a una pulizia formale e una raffinatezza nelle inquadrature che gli sono proprie, pare compiere il suo gesto profetico con leggerezza incomprensibile, quasi angelica. L’infinito spazio che gli uomini che vivono nella steppa hanno negli occhi e portano in giro con sé rivive e si riflette nelle immagini che Misha cattura per fissarle per sempre.
Il bianco e nero e la sintesi estrema sono gli strumenti compositivi che maggiormente risuonano nel suo modo di fotografare, rendendo le immagini delle vere e proprie casse di risonanza capaci di creare un’eco infinita, riuscendo a colmare coi suoi riverberi lo spazio vuoto e sterminato che gli si stende attorno.
Through Misha’s exciting series of photographs, we can take a look at the lives of groups of people living in isolation on distant steppes,
adventuring in space and time with the authenticity of documentary photography. The faces and quiet melancholic moods of man flashing in a prehistoric environment are thought-provoking, the photographer’s personal visions in our rapidly globalizing world.
I look at your photos and I see a wonderful interaction with the people you photograph and a close influence with Andrei Tarkovsky’s photos.
Congratulations, Misha
Sto qui a guardare la sua serie di immagini e rimango incollato allo schermo, attratto da colori e grigi di una fotografia antica e ormai introvabile. Le sfumature che riproducono temperature e atmosfere che credevo confinate soltanto nei film di Bergman e che ora ritrovo nei volti dei personaggi e nelle ombre delle foto di misha. Sono affascinato dalla sua tecnica e dai suoi tagli drammatici delle scene… forse la mia è soltanto sana invidia!
When I got to know Misha's work, I was deeply moved. The warmth that emanates from the relationship between photographer and subject, whether elderly adults or children, is only available to some. And Misha is one of them.
Mr. Maslennikov, I salute you. Your work is really beautiful. Russian photography continues to fascinate me — mostly due to work like yours. Anyway, God love you and I hope to enjoy more of your work in the future. So — not to go on for too long — a huge thank YOU for proving that real human photography is still alive. Best regards, Stephen.
Your photography is a window into the Russian culture, religion and spirit. You have a unique gift to be able to capture feelings that are genuine and real and it's a privilege to have the opportunity to experience your work. I really admire what you're doing!
One should have a deep insight into these art works of orthodox views so simple and pure as heaven… “gong de wu liang” say Chinese buddhism. Beautiful and impressive. Sincere Congratulation, from a foreign photograph friend far away from you but near by spirit.
Carola Allemandi / Torino, Italia
Ho scoperto la fotografia e lo sguardo di Misha Maslennikov durante il festival di fotografia etica a Lodi, quest’anno. Era stato esposto il lavoro “The Don Steppe”, riassunto in sole 14 immagini. L’occhio di Misha vede ciò che non si può dire, e rende visibili quegli elementi originari da cui l’uomo stesso deriva: lo spazio, l’infinito, il bianco, l’ombra. Grazie a una pulizia formale e una raffinatezza nelle inquadrature che gli sono proprie, pare compiere il suo gesto profetico con leggerezza incomprensibile, quasi angelica. L’infinito spazio che gli uomini che vivono nella steppa hanno negli occhi e portano in giro con sé rivive e si riflette nelle immagini che Misha cattura per fissarle per sempre.
Il bianco e nero e la sintesi estrema sono gli strumenti compositivi che maggiormente risuonano nel suo modo di fotografare, rendendo le immagini delle vere e proprie casse di risonanza capaci di creare un’eco infinita, riuscendo a colmare coi suoi riverberi lo spazio vuoto e sterminato che gli si stende attorno.
Imre Benkő / Budapest, Hungary
Through Misha’s exciting series of photographs, we can take a look at the lives of groups of people living in isolation on distant steppes, adventuring in space and time with the authenticity of documentary photography.
The faces and quiet melancholic moods of man flashing in a prehistoric environment are thought-provoking, the photographer’s personal visions in our rapidly globalizing world.
Maria Ribeiro / Lisbon, Portugal
I look at your photos and I see a wonderful interaction with the people you photograph and a close influence with Andrei Tarkovsky’s photos.
Congratulations, Misha
Francesco Squillace / San Mauro Marchesato, Italy
Sto qui a guardare la sua serie di immagini e rimango incollato allo schermo, attratto da colori e grigi di una fotografia antica e ormai introvabile. Le sfumature che riproducono temperature e atmosfere che credevo confinate soltanto nei film di Bergman e che ora ritrovo nei volti dei personaggi e nelle ombre delle foto di misha. Sono affascinato dalla sua tecnica e dai suoi tagli drammatici delle scene… forse la mia è soltanto sana invidia!
Fernando Gonçalves / Lisbon, Portugal
When I got to know Misha's work, I was deeply moved. The warmth that emanates from the relationship between photographer and subject, whether elderly adults or children, is only available to some. And Misha is one of them.
Stephen Parker / Brattleboro, United States
Mr. Maslennikov, I salute you. Your work is really beautiful. Russian photography continues to fascinate me — mostly due to work like yours. Anyway, God love you and I hope to enjoy more of your work in the future. So — not to go on for too long — a huge thank YOU for proving that real human photography is still alive. Best regards, Stephen.
Belbo Giacomo / Copenhagen, Denmark
Your photography is a window into the Russian culture, religion and spirit. You have a unique gift to be able to capture feelings that are genuine and real and it's a privilege to have the opportunity to experience your work. I really admire what you're doing!
Yang Hui Bahai / Shanghai, China
One should have a deep insight into these art works of orthodox views so simple and pure as heaven… “gong de wu liang” say Chinese buddhism. Beautiful and impressive. Sincere Congratulation, from a foreign photograph friend far away from you but near by spirit.
Xose Pedro Cardoso Pereira / Montevideo, Uruguay
Excellent your photos, I wish one day dreamed and impossible to know that up close.